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Di Gaetano Martino si sapeva poco. Dopo la sua morte ciò che restava di lui, a Messina, Roma, New York e Bruxelles, era il ricordo personale di quanti lo avevano conosciuto e apprezzato. Un ricordo che, però, andava scemando con la scomparsa degli uomini del suo tempo. Mancava una riflessione storica sulla sua complessa personalità. Questa biografia, che ha suscitato l'attenzione ed il plauso del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, descrive con maggiore precisione il rapporto tra il patrimonio di valori di un uomo formatosi, nonostante i tempi, nel culto delle libertà e le scelte professionali e politiche che si trova a compiere. Il suo antifascismo, coltivato nella dimensione familiare, ma divenuto militante dopo le leggi razziali, convince le forze alleate, nel 1943, a cooptarlo nella ruling class. Ha così inizio la sua brillante carriera politica che dalla Costituente lo porterà a prestigiosi incarichi nel Parlamento e nel Governo. Il libro definisce, inoltre, la dimensione internazionale dello statista siciliano, protagonista e interprete della politica estera italiana negli anni del suo impegno come Ministro degli Esteri e, successivamente, rappresentante dell'Italia in vari consessi internazionali. È soprattutto al processo di costruzione dell'Europa che Martino dedica l'ultimo decennio della sua esistenza. Una fine precoce gli impedisce di seminare sul campo che aveva accuratamente arato.